Una casa dal nome antico che richiama la vita nella corte, quando si condivideva tutto: la pila per lavare i panni, la cisterna per raccogliere le acque piovane, i pazuli dove sedersi a ricamare. Anche il piatto si condivideva.

Murusanza è legata a questa vita. Ai momenti dello stare insieme. Alla tavola. Alla gioia di sentirti accolto.

La prima cosa che capirai è che qua non esiste una vera distinzione tra abitare dentro o stare fuori.

La seconda è che c’è tempo, per tutto. E poi scoprirai tutte le altre cose.

Ci sono pochi oggetti modestamente accomodati nello spazio bianco ciascuno è scelto per una determinata ragione.

Per la sua storia dietro, perché era caro ad un familiare, perché quel colore non c’è più…

Ma gli oggetti sanno che, in questo spettacolo immobile, il viaggiatore, appena alzato, verrà sedotto da altra cosa. Che loro, anche nel loro grazioso insieme, diventeranno evanescenti sopra il pavimento in fioritura.

LA MANIFESTAZIONE  DELLA NATURA È PRESENTE IN OGNI LUOGO. SOTTO IL TAVOLO, SULLE SEDIE… E TRABOCCA DA CASSE E CESTI.

UNA SCENOGRAFIA DALL’ORTO CONTADINO.

La presenza della campagna selvaggia attraversa e segna profondamente il paesaggio salentino. Immaginare il Salento senza il
fico d’India sarebbe come immaginare questa terra senza i suoi mari.

TUTTO CONVERGE INTORNO ALLA VITA SEMPLICE. MANCHI SOLO TU A FARTI INCANTARE.

Terra rossa, rossissima, intensa e calda. Estese e modeste colture variano sull’orizzonte. Viti, verdure, antiche varietà fruttifere e ulivi… il frutto di secoli di tradizione contadina salentina.
E la terra rossa, rossissima che continua.

La coltivazione dell’ulivo in Salento si perde nella notte dei tempi. Risale ai tempi in cui l’imperatore Traiano fece piantare un milione di ulivi ai margini della nuovissima via Appia-Traiana, che giungeva al più grande porto dell’Impero Romano e del Mediterraneo, cioè quello di Brindisi. La scoperta nel brindisino, come nel leccese, di alberi di ulivo di età prossima ai tre millenni, oltre a fonti letterarie, storiche e, finanche, mitologiche, tendono a far spostare l’origine dell’ulivo salentino all’età del ferro.

È pazzesco. E noi siamo ancora qua raccogliendo questo frutto.

Togliere i resti. Oppure no, lasciare così. Sparecchiando finisce il tempo di stare insieme. Allora meglio sedersi e prendere un altro caffè.

La vita in Murusanza è questa che vedete. È la celebrazione della vita semplice. Qua ci si incontra, ci si rilassa, si ride.  Un luogo di ospitalità, di esperienza, di scambio. Un luogo dove puoi sentirti accolto.