Sole. Lentezze e silenzi. Campane. Pietra riscaldata dal sole. La palma nel vento. L’orizzonte del mare. Tramonti di  color carparo e rosa. Una casa senza tempo.

La cosa più bella è che ci devi salire su. Devi arrampicarti sulle vecchie scale di pietra e con attenzione, perchè la scala ha la sua età, la sua bellezza ed i suoi capricci.

Non ti lascia correre su, chiede tempo per se stessa. Non vuole essere un prologo, ma vuole essere apprezzata pienamente.

E la scala, cautamente, ti concede anche tempo, tempo per prepararti. Perché lassù, sotto il cielo, si fa una vita diversa.

Sembra disegnata con occhi chiusi. Non c’è  una linea dritta, nè  orizzontale. Tutto è particolare. Apri la porta verde e vedi la danza di oggetti nella luce sopra il pavimento.

Pareti vestite di calce bianca, candida, una veste trasparente che permette di vedere i dettagli dell’abitazione antica.

Le cose della casa si adeguano al contesto architetturale.

E il viaggiatore che sosta a Cannizzu non potrà rifiutare il ballo. Il ballo della casa senza tempo.

Per il suo tetto fatto di canne l’abbiamo chiamata Cannizzu.

Era la sua caratteristica originale persa completamente durante i suoi anni passati. Noi abbiamo trovato pavimenti e pareti. Ed eravamo sotto le stelle.

E continuiamo ad esserci, lassù, sotto le stelle.

Se metti una sedia, fuori, sul tetto che ha la forma delle dune del mare, sarà storta, come tutto nella casa. Sarai tutto storto anche tu, se ti siedi sulla sedia. Allora lascia la sedia, siediti sul pavimento del tetto caldo e inizia ad aspettare. Aspetta per sprofondare nei colori del tramonto.